Andy Warhol intuisce negli anni ’60 quello che viviamo oggi: il desiderio di diventare la superficie colorata del nostro schermo, i 15 minuti di celebrità. Oltre questa superfice c’è una grande vuoto. 

Se Warhol fotografa il nostro mondo Joseph Beuys dice che l’artista deve cambiare quella fotografia. La rivoluzione siamo noi. Ma come possiamo fare oggi questa rivoluzione? 

Maurizio Cattelan, un nipotino di Warhol, sviluppa un’atteggiamento ironico e provocatorio, una modalità speciale per guardare il mondo e muoversi nel mondo.

Gli artisti dell’Arte Povera conferiscono nuovo valore alle cose che abbiamo messo in soffitta: Boetti con grande creatività e razionalità, Penone con la natura che precipita nell’opera, Kounellis con la forza della nostra storia, Anselmo con la gravità dei materiali, Paolini con una bellezza ottenuta per sottrazione.

Oltre a Cattelan, altri artisti degli anni 90′ sembrano i “nipotini di Andy Warhol”: Sierra indica alcune degenerazioni della nostra società, Hirst lavora sulla vita, la morte e la medicina come nuova religione, Creed evidenzia lo straordinio dietro cose semplici, Gonzalez Torres unice pop arte e minimalismo, Lucas la condizione della donna come storia di tutti noi, Eliasson ci mostra la magia della natura..

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Joseph Kosuth lavora sul linguaggio, una e tre sedie: in quanti modi si può comunicare qualcosa? Quanto questi modi possono influenzare la nostra vita? 

Opere come testimoni di esperienze e performance: Richard Long l’esperienza nel paesaggio e nella natura, Marina Abramovic indaga i limiti fisici e psicologici dle nostro corpo, Bruce Nauman il nostro corpo nello spazio. 

Marcel Duchamp rivoluziona l’arte del ‘900 e ci dice che se sappiamo cambiare i titoli della mostra mondo possiamo cambiare il mondo. 

Grandi artisti figuarivi esprimono tutti una poetica efficace per la nostra vita: Francis Bacon, Picasso e Lucien Freud indagano la psicologia del soggetto, il surrealismo di Salvator Dalì capace di ribaltare la nostra realtà, la profondità di Amedeo Modigliani o la visione critica di Paula Rego. O la forza spudorata di Jean Michel Basquiat

Lucio Fontana mette in crisi la pittura, svela il suo trucco, e ci dice dove cercare il valore dell’opera per la nostra vita. 

JR conferisce spessore umano alla fredda superfice colorata della pop art. Banksy con interventi veloci ed efficaci commenta e critica le dinamiche del mondo e mette alla prova il nostro quotidiano. 

Tino Sehgal evidenzia come la nostra felicità sia fatta di brevi esperienze da vivere profondamente. 

L’espressionismo astratto americano che libera l’uomo moderno dalle catene rinascimentali: l’action painting di Pollock, la forza trascendente e spirituale di Rothko, il tratto intimo di Cy Twombly

La riflessione archeologica ed esistenzale delle ultime generazioni, rappresentate da Michael E. Smith che ricolloca il ready made di Duchamp in modalità stranianti. 

L’informale erupeo di Alberto Burri e di Gherard Richter. La riflessione pungente di Piero Manzoni e Christo e Jennae Claude. La vita come arte assoluta per i Dadaisti come Arman e Yves Klein.